LA DIFFUSIONE DEI CULTI ORIENTALI NELL’AREA FLEGREA
Il porto di Pozzuoli è stato per decenni lo scalo commerciale di Roma e di conseguenza il più importante del mediterraneo rendendo la cittadina la più vitale e cosmopolita del mondo conosciuto. Numerose erano le comunità “straniere” come quella greca, la più grande, ma anche egiziana, fenicia ed altre ancora.
Inevitabilmente, queste comunità rimanevano legati ad usi e costumi dei propri paesi di origine ed importavano, tra l’altro i relativi culti religiosi. Tra le prime divinità importate a Puteoli, probabilmente dai mercanti egizi di Alessandria, furono Serapide e Iside. La prima, eletta nume tutelare dei mercanti alessandrini aveva, a Puteoli, un tempio a lei dedicato già in età repubblicana così come attestato da un epigrafe del 105 a.C. e probabilmente nei pressi dell’Emporio.
Il culto di Iside si diffuse, invece, grazie a Caligola che alla dea eresse un tempio a Roma e a Puteoli un grande Isium. Altra divinità diffusa nell’area flegrea (Baia e Pozzuoli) è la dea frigia Cibele, con molta probabilità già venerata a Cuma, il quale culto prevedeva anche, intorno alla fine di Marzo festeggiamenti e processioni con al centro la figura di Attis, amante di Cibele.
Tra le divinità fenice, quelle più diffuse a Puteoli erano il dio Melqart e il dio Sarepta che prendevano i nomi dalle città d’origine. Inoltre, si diffuse nell’area flegrea, anche il culto della dea nordafricana Caelestis, già venerata in tutto il mediterraneo, ma che a Puteoli le fu dedicato un grande tempio che ospitava una sua rappresentazione, in parte rivestita d’oro.
Ai Fenici presenti a Puteoli si deve anche il culto della dea Syria e delle divinità Iuppiter Heliopolitanus, Iuppiter Damascenus, Iuppiter Dolichenus, quest’ultima cara ai militari e dispensatrice di oracoli.
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